RSI: Jacques Lacan l’eretico – di Muriel Drazien

Il nome di Jacques Lacan, psichiatra, psicanalista, autore degli Scritti e dei Seminari studiati in tutto il mondo, “maitre à penser”, e fondatore della prestigiosa Ecole Freudienne de Paris, è spesso qualificato di “eretico”. Si tratto di un’ etichetta utilizzata per stigmatizzare colui che ha preteso di seguire l’ortodossia di Freud, che si era dichiarato vero erede intellettuale di Freud, che ha rilanciato nel suo celebre Discorso di Roma del 1952 un “ritorno a Freud”, che fu l’impegno di tutta la sua vita e la sua bandiera.

di Muriel Drazien

Il nome di Jacques Lacan, psichiatra, psicanalista, autore degli Scritti e dei Seminari studiati in tutto il mondo, “maitre à penser”, e fondatore della prestigiosa Ecole Freudienne de Paris, è spesso qualificato di “eretico”. Si tratto di un’ etichetta utilizzata per stigmatizzare colui che ha preteso di seguire l’ortodossia di Freud, che si era dichiarato vero erede intellettuale di Freud, che ha rilanciato nel suo celebre Discorso di Roma del 1952 un “ritorno a Freud”, che fu l’impegno di tutta la sua vita e la sua bandiera.
Perché allora parlare di eresia, un’attribuzione rovente come un tatuaggio, che l’inseguì da quando fu escluso della comunità internazionale di psicanalisti freudiani? Si tratta di un evento realmente avvenuto nel 1963, che Lacan usava chiamare la sua “ex-comunicazione”.
Così si trovava identico a Spinoza, estromesso dalla comunità, o come gli ebrei, rigettati dalle nazioni. L’ex-comunicazione fu il leit-motif durante tutti gli anni del suo insegnamento. Un anno intero del suo Seminario fu consacrato ad interrogare la vita e l’opera di James Joyce, altro eretico secondo la lettura di Lacan, e non solo perché Joyce aveva rinnegato i suoi legami con la Chiesa. Non ha mai cessato di proporre l’interpretazione dei testi e dei discorsi attraverso la griglia di lettura data dai 3 parametri, il Reale, il Simbolico e l’Immaginario, abbreviati nel titolo del suo Seminario del 1974-75 in R.S.I.; assonanza significativa di “hérésie”, eresia.
Se è vero che Lacan imprimeva un’interpretazione del tutto originale ai testi, aveva anche associato il discorso dei pazienti ai testi, ai quali propose la non-comprensione, per arrivare ad interrogare la nozione stessa di comprensione. Era celebre il suo ammonimento di non voler comprendere, o tutt’al più di non fidarsi della comprensione. Era questo motivo sufficiente perché la sua dottrina abbia urtato l’establishment scientifico? Quale ruolo ha avuto nella sua reputazione di eretico la pratica di Lacan, considerata trasgressiva nei riguardi delle regole stabilite, non tanto da Freud stesso, ma dai post-freudiani, guardiani dell’ortodossia?
Alla fine della sua vita Lacan esclama: “Sono freudiano; voi se volete potete essere lacaniani!”