Venerdì 13 Dicembre – Confronto tra “L’uomo dei topi” e gli “Appunti postumi” di Freud

 

Venerdì 13 Dicembre 2019

Ore 15.00
Johanna Vennemann
Letture freudiane
Le formazioni dell’inconscio negli scritti di Freud

Ore 16.00
Giampiero Belli
L’accoglienza del disagio nell’istituzione

Ore 17.30
Luigi Burzotta
Lettura e confronto dei due testi freudiani su Der Rattenmann (L’uomo dei ratti) meglio noto come L’uomo dei topi
le Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva e gli Appunti postumi

 


 

Luigi Burzotta propone nel suo corso annuale un puntuale confronto dei due testi freudiani oggi integralmente disponibili su L’uomo dei ratti (Der Rattenmann) meglio noto come L’uomo dei topi: le Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva e gli Appunti postumi.

 

 

Il commento del caso clinico di Freud si avvarrà dei vari richiami teorici al tema della nevrosi ossessiva presenti nel Seminario di Jacques Lacan.

 

La Nevrosi ossessiva è così trattata alla luce dell’originale apporto teorico avanzato da Jacques Lacan, nel corso dei suoi Seminari, dove, fin dagli anni cinquanta del secolo scorso, ha edificato la sua dottrina del significante, basandosi sull’analisi dei casi clinici di Freud e sulla critica delle posizioni teoriche presenti nella letteratura psicanalitica di quegli anni.

La nevrosi ossessiva costituisce il supporto clinico esemplare per la svolta teorica operata da Lacan nella nuova prospettiva della conduzione di una cura, orientata da una corretta interpretazione del transfert, intesa a evitare i facili e sterili approcci terapeutici basati sulla suggestione nel rapporto tra lo psicanalista e il paziente, che spesso ripresentava nella cura lo stesso meccanismo familiare della nevrosi.

Partendo dal Seminario V, Le formazioni dell’inconscio, attraverso la radiografia della nevrosi ossessiva, Lacan illustra con il supporto topologico del suo “grafo” la struttura stessa della soggettività umana, nella sua articolazione conscia e inconscia tra domanda e desiderio, che proietta al suo orizzonte l’amore, l’odio e l’ignoranza.

Passando dal Seminario VI sul Desiderio e la sua interpretazione, il Seminario VIII sul Transfert e il Seminario IX, L’identificazione, il relatore si soffermerà sul Seminario X, L’angoscia.

È il seminario in cui, riconsiderando l’oggetto che la tradizione psicanalitica, da Freud in poi (K. Abrahams), aveva fissato in una funzione statica nelle cosiddette fasi orale, anale e fallica, Lacan costruisce la sua nuova teoria dell’oggetto, di cui svela la singolare natura costitutiva, che ha la proprietà di causare il desiderio.

Lacan vede nella cessione la qualità costitutiva dell’oggetto.

Proprietà che fa di esso un oggetto cedibile, nei vari momenti costitutivi del soggetto, che al primo livello, l’orale, causa lo svezzamento.

3° Fallico

                                                   ­                ¯

2° Anale                4° Scopico

                                                  ­                  ¯

1° Orale                         5° Voce

 

Passando dal desiderio di trattenere al secondo livello, l’anale, l’oggetto, mutando forma a ogni tappa, disegna una curva, prima ascendente, con il buco fallico al suo apice, nel terzo livello.

Da questo posto culminante, in cui svela la sua mancanza, quello svanimento che congiunge disgiungendoli il desiderio al godimento, l’oggetto, pur nel suo moto progressivo, discende al quarto livello, lo scopico, dove pur mascherato alimenta al massimo il desiderio e fa sì che proprio qui la compulsione e il dubbio della nevrosi ossessiva servano a illustrare la comune struttura soggettiva.

Lacan propone questa singolare parabola soggettiva dove gli accidenti dell’oggetto si confrontano due a due nei percorsi ascendente e discendente.

Il quarto livello, il primo discendente, dove domina l’immagine, corrisponde e rinvia al secondo livello ascendente caratterizzato dall’inibizione, perché qui l’immagine speculare, avvolgendo e occultando l’oggetto, esercita una funzione similare di misconoscimento.

Al quinto livello, corrispondente all’orale del primo, si trova la voce, che prelude alla funzione del Nome del padre, che propizia il desiderio della castrazione simbolica.

Il desiderio di trattenere del secondo stadio (anale) corrisponde dunque all’occultamento del quarto (scopico), mentre il desiderio di svezzamento nel primo (orale) corrisponde al desiderio dell’Altro nel quinto (Voce).

Parallelamente, attraverso la filigrana di una griglia disegnata sulla terna freudiana, inibizione sintomo e angoscia, la struttura della nevrosi ossessiva permette a Lacan di articolare le cinque forme che l’oggetto assume (il seno, le feci, il fallo, lo sguardo e la voce) e alle quali il soggetto può ritrovarsi identico, nel percorso analitico, per attivare la separazione.