Il tirocinio degli allievi del Laboratorio Freudiano – di Giampiero Belli

L’esperienza di tirocinio permette loro di cogliere la messa in pratica degli insegnamenti teorici avuti dalla scuola, di riuscire a fare una diagnosi strutturale e differenziata, e di osservare come i sintomi siano formazioni dell’inconscio.

di Giampiero Belli

Quando ho iniziato ad occuparmi di clinica mi sono posto immediatamente il problema di un “saperci fare al meglio con i pazienti”, desiderio divenuto poi particolarmente pressante dal momento in cui sono stato incaricato di occuparmi di un servizio pubblico presso una ASL.
In seguito all’incontro con un analista dell’associazione Cosa freudiana, poi Laboratorio freudiano per la formazione degli psicoterapeuti, ho potuto acquisire attraverso i vari seminari proposti ogni anno da questa scuola e dai suoi insegnamenti, un approccio e metodo d’ascolto del paziente, che permette di andare oltre le parole da lui enunciate.
Un metodo che si rifà alla teoria ed al pensiero d J. Lacan.
Questo metodo risulta essere particolarmente efficace nell’accogliere la domanda del paziente, nel decodificarla, nel comprendere che dietro le parole dette c’è qualcosa d’altro, di non detto, che preme per uscire e che può farlo solo attraverso il transfert verso chi, opportunamente formato, è in grado di sostenerlo con il suo desiderio.
Per cui, dato il ruolo che ricopro nel servizio pubblico di dirigente psicologo e di psicoterapeuta, appena ne ho avuta la possibilità mi sono detto subito disponibile a fare da tutor, per ciò che concerne il tirocinio degli allievi di questa scuola.
L’esperienza di tirocinio permette loro di cogliere la messa in pratica degli insegnamenti teorici avuti dalla scuola, di riuscire a fare una diagnosi strutturale e differenziata, e di osservare, affiancandomi nella pratica clinica, come effettivamente i sintomi siano formazioni dell’inconscio e come quest’ultimo sia effettivamente strutturato come un linguaggio.
In sostanza durante il periodo di tirocinio, l’allievo della scuola, può, dopo un primo periodo di affiancamento, seguire il paziente che gli affido, ed essendo un servizio dell’età evolutiva, l’allievo tirocinante avrà l’opportunità di accedere a dei colloqui clinici con una utenza composita formata sia da minori bambini, che da adolescenti, che dai loro genitori, nonché famiglie intere che si rivolgono al servizio.
Dopo ogni seduta, il tirocinante potrà confrontarsi con me e con l’equipe mutidisciplinare del servizio, composta da un Neuropsichiatra ed eventualmente da una logopedista ed altre figure professionali che si alterneranno nella discussione del caso.
Inoltre la scuola stessa provvederà a mettere a disposizione dell’allievo un supervisore, psicanalista, per permettergli di fare una lettura più coerente possibile con la metodologia analitica proposta dalla scuola.